I contrari si incontrano

I contrari si incontrano
Un’obbedienza e una disobbedienza salvano Gesù, il nostro salvatore.
Maria obbediente, Giuseppe disobbediente. Maria infatti, dopo le comprensibili tergiversazioni si sottomette: Ecco la serva del Signore; avvenga a me dietro la tua parola. Per Maria la perplessità si affoga nella dolcezza della cessione a Dio. Maria è donna ed è pronta ad accettare, perché la donna non è legata a riti stretti e a osservanze dure. Sembra che nel colloquio con l’angelo si ricordi del marito non per sentirsi legalmente legata a lui, ma solo per l’ovvio rapporto con il maschio nell’attuazione del concepimento.
Per Giuseppe la situazione è più intricata. Egli è giusto da sempre, l’esser giusto lo lega strettamente alla Legge e a ogni osservanza richiesta o esigita dalla Legge. La Madonna lo pone in una conflittualità contro quella Legge, cui ogni giusto in Israele è legato. Giuseppe è legato non solo esteriormente. Si tratta quindi di opporsi alla “sua” Legge, amata come ogni pio la ama (è sufficiente scorrere i salmi per scoprirvi l’amore viscerale per i comandi di Dio).
Lui non si sente di disobbedire alla Legge e cerca dei sotterfugi per salvare capra e cavoli, ma resta il tormento della disobbedienza alla Legge.
Chi lo consiglia di non attenersi alla Legge? Non un casuista leguleio, ma lo stesso Dio, quasi indicando a Giuseppe un superamento della Legge, perché è da Spirito Santo quanto è nel ventre di Maria. Giuseppe allora trascura la giustizia che viene dalla Legge per accogliere la giustizia che viene da Dio e che indica una sublime disobbedienza indicata dall’amore.
E nel piano superiore egli si allea all’obbedienza di Maria.
20.03.17

I contrari si incontrano

I contrari si incontrano
Un’obbedienza e una disobbedienza salvano Gesù, il nostro salvatore.
Maria obbediente, Giuseppe disobbediente. Maria infatti, dopo le comprensibili tergiversazioni si sottomette: Ecco la serva del Signore; avvenga a me dietro la tua parola. Per Maria la perplessità si affoga nella dolcezza della cessione a Dio. Maria è donna ed è pronta ad accettare, perché la donna non è legata a riti stretti e a osservanze dure. Sembra che nel colloquio con l’angelo si ricordi del marito non per sentirsi legalmente legata a lui, ma solo per l’ovvio rapporto con il maschio nell’attuazione del concepimento.
Per Giuseppe la situazione è più intricata. Egli è giusto da sempre, l’esser giusto lo lega strettamente alla Legge e a ogni osservanza richiesta o esigita dalla Legge. La Madonna lo pone in una conflittualità contro quella Legge, cui ogni giusto in Israele è legato. Giuseppe è legato non solo esteriormente. Si tratta quindi di opporsi alla “sua” Legge, amata come ogni pio la ama (è sufficiente scorrere i salmi per scoprirvi l’amore viscerale per i comandi di Dio).
Lui non si sente di disobbedire alla Legge e cerca dei sotterfugi per salvare capra e cavoli, ma resta il tormento della disobbedienza alla Legge.
Chi lo consiglia di non attenersi alla Legge? Non un casuista leguleio, ma lo stesso Dio, quasi indicando a Giuseppe un superamento della Legge, perché è da Spirito Santo quanto è nel ventre di Maria. Giuseppe allora trascura la giustizia che viene dalla Legge per accogliere la giustizia che viene da Dio e che indica una sublime disobbedienza indicata dall’amore.
E nel piano superiore egli si allea all’obbedienza di Maria.
20.03.17