Medico o giudice?

Medico o giudice?
Una persona che non gode la pace dentro di sé, tende a esportare la mancanza di pace al coniuge, alla famiglia, al posto di lavoro, al convento, alla vita dei e nei partiti, e nel mondo.
Certamente convivere con una persona senza pace personale diventa un purgatorio quotidiano. Tu pensi a realizzare la tua vita con costanza e con serenità, ma non per questo ti trovi difeso da un individuo che non è sereno. Anzi proprio la tua serenità, è invidiata da chi non ha pace e perciò per lui o per lei sei un nemico dichiarato che deve essere distrutto o almeno tormentato. Guai poi se apri bocca: le tue parole te le vuol sempre ricacciare in gola. Perfino le cose ovvie per lui sono storture. O tu prendi la sua pace e ti allei al suo tormentarti, liberandoti dalla tua serenità, oppure sarai sempre perseguitato.
Quale può essere l’atteggiamento quotidiano davanti a una persona incapace di trovar pace?
Infischiartene di lui? Ma lui ti scova comunque tu sia. Ammazzarlo, anche solo a parole, affinché smetta la persecuzione? Nel Veneto si dice che lui è quello della pulce, che anche buttato a mare, sporge le mani fuori l’acqua per continuare a schiacciarti, come si fa a una pulce tra le unghie.
Forse ci aiuta il Vangelo, quando di fronte al malvagio o al peccatore, Gesù indica che lui non è venuto per condannare, ma per salvare, perché, lui dice, è medico per i malati. Chi non ha pace fondamentalmente è un malato (anche di cattiveria: brutta malattia). Allora assumiamo la mentalità del medico, non quella del giudice. Sempre se Dio ci aiuta!
23.03.17