Legge e grazia

Legge e grazia
Le leggi dello stato, e ancor più le leggi del principe sono stilate per imporre la volontà del legislatore, che intende difendere la disciplina e il bene dell’autorità.
È comune e ritrita la frase dei politici: “Quando governeremo, noi imporremo questo e quest’altro!” È la loro volontà che cerca di imporsi.
Altro è la “legge di Dio”. Dio non la pubblica per difendere la sua volontà o per rivendicare un suo ordine. Dio è felice in sé, grazie a se stesso, senza pretendere nulla dall’uomo, anche perché l’uomo non ha nulla di suo e di importante da dare a Dio.
La volontà di Dio è a servizio della felicità dell’uomo. La sua legge è già nel cuore dell’uomo: la rivelazione aiuta a esplicitarla. Gli stessi discorsi di Gesù, in S. Matteo, sono svelamento di quanto è già nell’uomo. La morale di Gesù è semplice lettura di ciò di cui l’uomo è dotato.
Altra sostanza hanno i discorsi di Gesù, quando parlano del Padre, del suo rapporto con il Padre, dell’opera misteriosa dello Spirito, affinché tutti credano in Gesù per facilitare la relazione dell’uomo con Dio.
La rivelazione di Gesù si dirige verso l’alto; lo svelamento di Gesù si proietta verso il basso, verso l’uomo. Però non crea nulla di nuovo, solamente estrae dal cuore dell’uomo le positività che ci sono in esso, le esalta e le conduce a completamento. Così l’uomo accogliendo la “legge di Dio” trova l’armonia e la pace con se stesso, e accogliendo la “grazia di Cristo” si trova in armonia con il Padre.
21.06.16