Funzione e ambizione

Funzione e ambizione
È ben vero che come noi eleggiamo una persona, che curi il nostro bene sociale (funzione) egli diventa onorevole (ambizione).
La funzione è scambiata con il potere. Perciò tutti tentano di diventare ministri. Accettare la semplice funzione, corredata dagli strumenti adatti per esercitarla, è un frutto di mentalità funzionalistica, non incentivo all’ambizione.
Questo tarlo è presente non solo in politica, ma anche nella Chiesa. E si è infiltrata in tutte le vene dell’organizzazione ecclesiastica. Voi state giù nei banchi, io (o noi) sto tre gradini sopra, nel presbiterio. Voi siete frati, io sono il ministro provinciale, o il superiore. Noi abbiamo la funzione di eleggere il papa, perciò porpora e potere di cardinali. Voi travet, ossia preti, io monsignore, prelato, vescovo. Voi vestite con il nero della tonaca, io con l’infula che contraddistingue.
E quel povero Gesù, che è venuto per servire e non per essere servito come un signore, e che si è messo a lavare i piedi (non come un rito di Giovedì Santo), non si trova a suo agio.
Paolo parla di diverse “funzioni” nella comunità cristiana: alcuni profeti, alcuni apostoli, alcuni interpreti, altri guaritori, ecc. Funzioni non prevaricazioni, quindi a servizio della comunità, anche con la dinamica che è inclusa nel carisma, ma non “valore personale atto a prevalere”.
Io teologo valgo più di questi ignorantelli. Io teologo, illuminato dallo Spirito, perché la luce si espanda. Due posizioni diverse della stessa funzione.
Molti sono i carismi, ma uno solo è lo Spirito, che li suscita.
10.05.16