L’unità finale

L’unità finale
Le religioni devono incontrarsi per salvare il mondo, dopo le distruzioni dei diversi illuministi distruttivi. Le religioni si oppongono non per l’universale bisogno umano di salvezza, ma per le granitiche costruzioni di dogmi contrapposti.
È scontato che la verità ci farà liberi, ma non le molte interpretazioni della verità, fissate in sentenze incontrovertibili. Sentenze frutto di culture, ma non di rivelazione; frutto di profezie parziali, ma non della luce di Dio.
La verità è una: l’uomo che desidera la salvezza “dall’alto”, e Dio che si dona per salvare l’uomo. Dio si dona, come si è donato fin dall’inizio. Il mito di Adamo ci ricorda il dono di Dio all’uomo, Dio che “conversa” con Adamo, che si svela ad Adamo, donando anche indicazioni comportamentali ed etiche, per restare in contatto con il suo conversare.
L’impronta del colloquio iniziale, è rimasta nell’uomo, anche quando l’uomo decise di essere ramingo da Dio!
Quando mi riaffaccio alla povera storia umana, mi viene da sorridere sulla rivoluzione francese, che pretese di creare un nuovo cammino civile imponendo la “fraternité” come nuova fondamentale risorsa umana, scordandosi che fino ad allora gli uomini si vivevano fratelli, perché figli dello stesso Padre.
L’impronta indelebile di Dio, precedente ogni dogmatismo, è la creazione, anche quella dell’uomo, dalla quale nessuno può sfuggire. Riandare all’origine per vivere il presente. Anche l’Islam dovette ricorrere a un’origine per sentirsi sicura: Abramo. Ma Gesù ci dice, per rassicurarci: “Prima di Abramo, io sono”. 26.12.15