Giuseppe si converte

Giuseppe si converte
S. Giuseppe ci viene presentato dal Vangelo di Matteo come “uomo giusto”, ossia uomo osservante scrupolosamente la legge di Mosè, sempre stimata dagli Ebrei come legge divina, filtrata a noi tramite Mosè. S. Giovanni però ci avverte che la legge ci fu data da Mosè, ma la grazia e la verità (lealtà) viene per mezzo (mediazione) di Gesù Cristo. C’è opposizione tra legge e grazia? Si può trovare un accordo.
Nel Vangelo di Matteo si legge che l’uomo giusto voleva sbarazzarsi di Maria, osservando il dettato della Legge di Mosè. Se avesse licenziato Maria, gestante un figlio, che non era di suo marito Giuseppe, Maria sarebbe stata lapidata, e con lei sarebbe stato eliminato il suo feto Gesù: addio salvezza umana! La giustizia avrebbe ucciso la salvezza di Dio. C’è una giustizia, anche religiosa, che è nemica della salvezza divina. Un codice ecclesiastico o una costituzione di ordine “religiosi” (dove si rimpiatta la religione!) contrarie alla salvezza che viene da Dio? Non è raro!
Ecco la soluzione: l’intervento di Dio, tramite l’angelo che illumina Giuseppe, ma anche la malleabilità di Giuseppe che sa “tornare indietro dai suoi propositi”: ciò che raramente si riscontra nelle autorità religiose ed ecclesiastiche. Tutti sappiamo che la scomunica lanciata contro la Chiesa di Costantinopoli (1054) fu revocata soltanto dopo il Concilio Vaticano Secondo (1964).
La costanza religiosa nelle decisione prese, spesso sono un’ingiusta oppressione delle persone, in grazia di una “giusta” posizione orpellata da ispirazione dello Spirito Santo. Che bestemmia!
20.03.17