Tutti i giorni troppo bello?

Tutti i giorni troppo bello?
Il Natale ci ricorda la nostra grandezza nella nostra piccolezza.
Farsi santi o essere santi. La prospettiva diversa è frutto di una educazione diversa. L’educazione crea la mentalità. Quando poi l’educazione è scambiata per catechesi, ossia per dottrina ufficiale oppure consueta della chiesa, il guasto si accentua.
Spesso viene inculcato l’obbligo di farsi santi. L’uomo e la donna devono acquistare alcune virtù, alcuni comportamenti, una tale mentalità, attraverso i loro sforzi personali, per raggiungere le vette della santità, anche imitando (scimmiottando?) le imprese “eroiche” dei santi. Alta carità, alte preghiere, profonda fede, mortificazione crudele, ecc. ecc. Insomma si deve ascendere a forme più o meno mistiche.
Ricordo un mio confratello che esclamava: “Che vita da cani il farsi santo!”.
Sotto sotto si nutre la continua tristezza di non essere mai arrivati. La faccia di chi deve farsi santo, è sempre un grugno insoddisfatto.
L’altro versante è di quelli che sono dolcemente convinti che solo Dio, il Santo, regala la santità ai suoi figli. E questi con splendida meraviglia si accorgono di essere santi. Non perché essi hanno guadagnato la santità, ma perché Dio gliel’ha regalata. La loro vita è un continuo sorriso di lode e di riconoscenza. Fede e battesimo sono la condizione, che noi presentiamo a Dio, affinché – perché così lui ha deciso – egli ci riempia della sua santità.
La gioia di essere già santi, permea la nostra vita. Purtroppo talvolta siamo stanchi di essere felici, e ci buttiamo a fare qualche sciocchezza, dalla quale nostro Padre, se l’ascoltiamo, ci chiama indietro, perché senza i suoi figli non può stare.
La regina di Francia si lamentava dei quotidiani cibi raffinati!
15.11.15