Pregare nel nome

Pregare nel nome
Gesù indica ai suoi, poche ore prima di morire, di chiedere “nel suo nome”.
Nel suo nome. Non perché raccomandati da lui, ma perché semplicemente immedesimati in lui. Voi in me, io in voi. Pregare come Gesù, pregare perché siamo Gesù. Pregare nel suo nome, ossia pregare “da Gesù”. Non come attori che fingono di essere il personaggio, vestendo soltanto i suoi panni e i suoi atteggiamenti; ma nella persuasione per fede di essere Gesù che prega. Allora l’efficacia della domanda è assicurata. La risposta è sicura.
Noi abbiamo bisogno di molti sollievi, e di molti doni dal Padre. Chiedete e riceverete.
Anche Gesù aveva chiesto al Padre, di “essere liberato da quell’ora”; ne aveva paura e una grande voglia di sfuggirla. Subito dopo egli aggiusta la sua preghiera: “Non come voglio io, ma come vuoi tu”.
Quindi all’inizio della nostra richiesta è urgente la domanda: “Come si trova la mia richiesta, se la confrontiamo con “la volontà del Padre”, scoperta non come l’immaginiamo noi, ma come essa corrisponde con quella volontà del Padre, che ci viene indicata dal Nuovo Testamento, e non come è spesso indicata dai salmi.
Il confronto con il Vangelo, ci rivela che le nostre richieste, possono rivestire tre intenzioni:
1° Sono in piena conformità con le esigenze del Vangelo? (per es. amore, vita eterna, ecc)
2° Sono contrarie al Vangelo? (ricchezza, vendetta, ecc.)
3° Non sono contrarie al Vangelo, e quindi possono essere espresse con fiducia, e con riserva? (salute, intelletto, sollievo dal male).
27.05.17