Comndo o comunione?

Comando o comunione?
C’è una tendenza ad abbandonare le chiese (parrocchie o conventi), dove le persone trovano spazi per incontrarsi e per pregare, e non si pensa ad abbandonare i palazzi vescovili, dove la gente non si raduna, e i magnati trovano spazio per un aureo isolamento, per gridare ordini: proprio come i celebrati generali della prima (soltanto la prima?) guerra mondiale, che abitavano ville e palazzi, e mandavano i poveri contadini, mascherati da soldati, a farsi sgozzare e morire sui cosiddetti campi di battaglia.
È tristissimo destino di chi, bene o male si trova in posti di comando (che dovrebbero essere soltanto posti di responsabilità) di far sgozzare i sudditi (fisicamente e moralmente) nei posti di lavoro.
Certamente S. Pietro si comportava così: mandava altri a farsi uccidere davanti ai pagani, mentre lui si godeva il caldetto in un nido! Oppure Pietro perfino scriveva lettere per condividere risultati e sconfitte delle persone – anche degli anziani, ai quali scriveva – ed essere partecipe della vita reale e delle sofferenze di quanti credevano in Gesù, come lui.
Purtroppo la cosiddetta chiesa si è lasciata invadere dalle autorità del Medio Evo, dalle signorie del Rinascimento, dallo statalismo moderno, per assimilarsi ai poteri mondani, con la pretesa di vincere contro di essi e su di essi. E così abbiamo dovuto attendere il Concilio Vaticano Secondo, stimolato dal modernismo, per prendere almeno coscienza del percorso errato.
26.06.17