Gesù grande, perché vero uomo

Gesù grande, perché vero uomo
Gesù è attraente come persona. È tanto attraente, quando lo si accosta, che lo si “scusa” se sa e se fa ciò che lui dice e che lui fa, dicendo (molti me lo dicono): “Sì, ma lui è figlio di Dio!”. Così si confonde l’umanità di Gesù, con la sua divinità. Che lui sia grande, perché Dio Figlio del Padre, è ovvio. Ma lui è grande anche in quanto figlio di Maria e di Giuseppe.
La personalità di Gesù è completa. Il suo comportarsi in ogni circostanza era sempre in armonia con la bellezza della struttura umana.
Lui sapeva amare in modo sublime. Perciò indica a noi di amare. Gesù non ha mai indicato agli altri comportamenti strani o impossibili. Erano i suoi comportamenti e le sue doti, che proponeva agli altri. Anche in questo era l’uomo autentico.
Anche oggi Gesù lo si adora in quanto Dio, ma lo si imita in quanto uomo.
Grande uomo, Gesù? No, vero uomo, completamente uomo. Il greco e il latino usano l’aggettivo “completo” (latino: perfetto). E la traduzione a orecchio di chissà chi, la rende con “perfetto”. Etimologicamente il perfetto italiano dipende dal “perfectus” latino. Ma purtroppo oggi il vocabolo è inteso in modo “romantico” perdendo il suo nativo valore di “completo, autentico, vero”.
E inoltre la nostra stupidaggine, per scusare le nostre indolenze, pone Gesù in una cornice rarefatta, lontana, impossibile, che si diletta a presentare Gesù come “Pantocrator” il comandante supremo, togliendolo così dal nostro fianco e dalle nostre possibilità.
È bello tuffarci nella contemplazione di Gesù, uomo davvero e non figurina da museo, per prendere da lui, per noi, le misure esatte del nostro essere uomini ed agire da uomini.
01.06.17