Ogni giorno è Natale

Ogni giorno è Natale
Nella messa, spessissimo si ricordano la passione e la risurrezione di Gesù, fino a quell’estremo, che dimentica la risurrezione, indicando la messa come il santo sacrificio, di leggero sapore ebraico e anche pagano. Vittime e vittime si sgozzano per placare gli dei, avidi di sangue, talvolta perfino umano, per placare la “divina” sete di vendetta.
I salmi perfino invocavano la vendetta di Dio contro i nemici del popolo!
Poi arriva quel “guastafeste” di Gesù, che fa scoprire un Dio che ama, che non si vendica e incita a pregare per i nemici.
Però una tinta di vendetta divina, sta nascosta sotto quel “sacrificio” della messa. Morte e, per fortuna, anche finalmente Risurrezione, ricordata durante il sacrificio. Della nascita di Gesù non un cenno nelle liturgie dell’anno. Perfino a Natale rimane fissa la formula di morte e di risurrezione, nel contesto del rito usuale.
Eppure in ogni messa si avvera il Natale, l’Incarnazione. Quando, secondo la fede cristiana, mantenuta dai cattolici e dagli ortodossi, Gesù si “reincarna” nel pane e nel vino. Questa è una certa riproduzione del Natale. Dio che si ripresenta anche in modo tangibile, tanto tangibile che si fa cibo e bevanda. “Mangiate: questo è il mio corpo”.
In ogni messa, Dio discende nel pane e nel vino. Santifica queste offerte perché “diventino” Corpo e Sangue di Gesù.
Noi, cristiani, siamo certi che in quel semplice pane prima, poi è presente, non solo nell’intenzione, ma nella realtà, Gesù! Se questo non è “Natale”!?
31.12.17