Ama proprio me

Ama proprio me
Credo esista un avverbio, che ha la potenza di cambiare un atteggiamento. È comune e vera la frase: “Dio mi ama!”. È alla base un po’ generica e risaputa della nostra fede nel Dio di Gesù.
Eppure una piccola versione di quella frase ci offre un dolce senso personale del nostro rapporto con Dio: “Dio ama proprio me”. C’è un rapporto personale che si evidenza, e nasce una soave esperienza di Dio. Ama proprio me, pensa e ha pensato a te, segue ogni mio passo.
Qualcuno obietta: “Ma come fa Dio a interessarsi proprio personalmente con ciascun uomo? Siamo ciascuno un individuo tra miliardi!”. Il numero ci imbroglia. Dio è fuori del numero, perché è, come si dice un po’ semplicisticamente, infinito (oppure, trattandosi di numeri, immenso)! Purtroppo anche l’infinito noi lo misuriamo con il finito, negando questo. Sempre un rapporto col finito, o positivo o negativo (non-finito).
Dio ama proprio me, e mi invita a vivere sempre in questo semplice rapporto. La mia preghiera, anche quando prende forme comunitarie, è un tranquillo rapporto personale e caratteristico con il Padre. Poi la situazione dolcemente si allarga: Dio ama proprio colui o colei, con i quali ho uno stretto rapporto affettivo; egli ama anche Toni che mi offende, Piero che mi danneggia, Paolo che mi disprezza. Dio ama proprio ciascuno, perché il cuore di Dio non si chiude davanti a nessuno, perché Dio non ha nemici, neppure coloro che lo bestemmiano o lo negano.
Io accetto questo “proprio”, e prego per chi non ha ancora ravvisato questo “proprio”.
16.01.18