Pregare, dono dello Spirito

Pregare, dono dello Spirito
Evidentemente il credere, il vivere, il sentire la nostra preghiera piena di Trinità, non è una trovata nostra, né si attua con i nostri sforzi. Essa è un gioioso dono dello Spirito. Da noi, probabilmente, dipende l’atteggiamento con il quale entriamo nel pregare. È un atteggiamento calmo, nel quale anche le parole che esprimiamo o che ci vengono indicate dalle formule, più o meno conclamate ed usuali, sono lentamente assaporate e piene di gioia.
Mi lasciano perplesso le persone che continuano a recitare parole o formule in fretta, senza dolcemente inciampare e assaporare la presenza del Padre, insita anche nelle formule, presenza attuata dallo Spirito che prega in noi.
Per poter pregare correttamente, nella semplice fiducia al Padre, è necessario nutrire fiducia nello Spirito che prega in noi.
Per viverci in questa atmosfera di preghiera non è necessario per nulla, come taluni potrebbero dire, fare “esercizi di preghiera”, pari agli esercizi preparatori alle esecuzioni di pianoforte. La preghiera in Dio, non è conquista nostra, ma semplice dono dello Spirito.
Se ancora non siamo penetrati in questa situazione del pregare, basta “tentare o provare” una sola volta, e già ci si trova immersi.
I “maestri” nella scuola di preghiera non sono uomini, anche di grande spessore ascetico, ma l’unico maestro è lo Spirito Santo, colui che Gesù ha incaricato di “spiegarci tutto”. A questa introduzione siamo preparati da sempre, perché da sempre abbiamo bisogno di confidenza e di appoggio, bisogno, per rispondere al quale, Dio si è obbligato.
21.01.18