Adorazione e novità

Adorazione e novità
La vita è continua adorazione, continua rinascita. Adorazione guardando gli altri, rinascita toccando Gesù. Mi sembrano i due suggerimenti, implicati nella Messa celebrata tempo fa.
Ci sono delle novità, ossia vecchie realtà viste per la prima volta, che a un certo punto della vita si presentano prepotentemente. Infatti ogni giorno, quando terminiamo o sospendiamo l’attività, si apre lo spazio per la riflessione e per la contemplazione. Però ci sono stagioni della vita, nelle quali, finita o attenuata l’attività, si allarga lo spazio della contemplazione. Spazio nel quale le cose, perfino quelle ovvie, si presentano fresche come rose.
E in questo spazio, anche il vissuto della Messa (peccato che le occasioni di parteciparvi diminuiscano, non per mancanza di clero, ma per mancanza di un nuovo clero, pensato diversamente proprio in vista dell’Eucarestia!), si presenta nuovo, fresco, entusiasmante.
Dunque: l’adorazione di Dio, ossia il contatto con lui presente, viene da quel “l’avete fatto a me!”. Fare il bene al prossimo. Occasioni infinite, a cominciare dal sorriso nell’incontro, dal preparare la colazione, dal dare la telefonata di saluto a una persona sola, fino al dare da mangiare all’affamato, che vive in Africa, al consigliare i dubbiosi. L’avete fatto a me: e ciò che si fa a Dio è sempre adorativo.
E poi, una preghiera conclusiva della messa dice: “completamente rinnovati”. Ossia il sacramento eucaristico ci rende nuovi ogni giorno. Dio, accolto in noi, produce il rinnovamento intimo: non c’è più il peccato; l’uomo vecchio, alla fine dell’Eucarestia, resta solo un ricordo.
19.02.18