Fidarsi di Dio, pregando

Fidarsi di Dio, pregando
Gesù ci dice di pregare con fiducia, perché il Padre conosce quello di cui abbisogniamo. Se lo sa e ci dice di pregare, la nostra preghiera è facilitata ed è sempre: “Padre, donami ciò, di cui tu sai che ho bisogno”. È qui che si trova quel “sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”.
Essere disposti, dallo Spirito Santo, a compiere sempre la volontà del Padre, soprattutto quando uomini, anche di chiesa, si arrogano di interpretare e di impersonare la volontà di Dio. Solo Gesù, uno con il Padre, era autorizzato a esprimere nella propria volontà, la stessa volontà di Dio. Fare la volontà di Dio è abbandonarci alla sua volontà diventata Vangelo. Per ricercare quale è la volontà di Dio, è opportuno non cominciare dai manuali di morale cristiana, ma dal Vangelo. Questa è la fonte, quelli sono dei derivati, che possono includere anche elementi, per quanto attraenti, ma non sempre squisitamente evangelici.
Non sempre le riflessioni etiche, anche sublimi, conducono direttamente a Gesù, quel Gesù che spesso bellamente ha trascurato le indicazioni “religiose” degli uomini. Non sempre le religioni collimano con il Vangelo. Anzi le indicazioni di comportamenti etici e di interpretazione delle realtà umane, che escludono Gesù, per noi credenti sono sospette: acque di cisterna, non acque di fonte. Sempre acque, ma non sempre acque salutifere.
La fiducia richiesta nel nostro pregare perché si avveri quel “chiedete e riceverete”, non si avvale delle nostre capacità riflessive o interpellative, ma semplicemente della “potenza” dello Spirito di Dio in noi: a lui è necessario affidarci.
14.03.18