Fuoco del Vangelo

Fuoco del Vangelo
A qualche persona la lettura del Vangelo non dice nulla. È una lettura di poco sale, che è zeppa di insegnamenti, di raccontini, e di alcuni cenni biografici.
Bisogna riconoscere che, dal canto loro, esse hanno ragione. Del resto a un lettore poco interessato alla materia contenuta in un libro, la lettura diventa insipida.
Certamente se io leggo un testo tanto perché mi è capitato di averlo casualmente tra le mani, la sensazione di insignificanza è ovvia.
La lettura di ciò che personalmente non coinvolge si riduce a guardare una serqua di parole. Invece è diverso il risultato nel leggere, e con interesse, ciò che ci riguarda direttamente. Mettete in mano a un uomo di affari la fredda relazione del suo conto in banca, e vedrete come si accende il suo interesse.
Ecco: qui sta il problema: mi interessa o no il Vangelo. Reca qualche giovamento alla mia vita? È stato scritto per me e per noi? In esso è in gioco qualche cosa del mio presente o del mio futuro? Riesco a percepire che è stato scritto proprio per me? Sono passato dallo stadio del “che cosa dice il Vangelo” allo stadio del “che cosa mi dice il Vangelo?”. Se mi dice qualche cosa il Vangelo, chi me lo dice? È una persona seriamente interessata a me? Perché? Perché mi sente suo familiare, suo intimo, suo amato? Amato di amore infinito?
La gioia dell’incontro si rinfocola in me ogni volta che prendo in mano quel caro libro? La gioia di averlo sempre davanti agli occhi, di sentire in esso la mia salvezza, quella che si acuisce nel mio incontro eucaristico? Nelle pagine del Vangelo ritrovo la mia vita, nella vita di Gesù.
07.03.18