Dio parla sempre

Dio parla sempre
Credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Questa frase è espressa nel Vangelo di Giovanni, in conclusione del movimentato, drammatico, episodio, nel quale è riferito il fatto della messa a soqquadro i banchetti dei commercianti operanti nel tempio di Gerusalemme.
La fede, della quale si parla, si attuerà nei discepoli, dopo la Risurrezione di Gesù.
Quello che sento di notare è la fede in Gesù, che trascina con sé la fede nella Scrittura dell’Antico Testamento.
È la Scrittura che conferma la parola di Gesù, oppure è la parola di Gesù, che conferma la verità della Scrittura? Qualunque sia la risposta, appare evidente che Gesù non oblitera la Scrittura, perché sorpassata, ma la ripropone come continuazione di un unico progetto di Dio. Ricordo ancora le parole di una nota pastora protestante, che cancellava l’Antico Testamento, per lasciare emerso solamente il Nuovo Testamento.
Gesù ravviva, nella sua persona, tutto ciò che deriva da Dio. Questo lo percepiscono i suoi discepoli, e nel primo secolo della Chiesa (nonché nei padri apostolici e seguenti) la parola di Gesù e la sua opera si mescolano con citazioni dell’Antico Testamento.
Nulla è scartabile di quanto esce da Dio. Difficilmente si può affermare che nella Scrittura ci sia una gerarchia di testi. Purtroppo non è raro scambiare la connessione tra le parole di Dio, con la loro gerarchizzazione. Le parole di Gesù e le parole di Dio, non si pongono su una scala, ma semplicemente si illuminano reciprocamente. I discepoli di Gesù si accorgono che la realizzazione delle parole profetiche di Gesù, si inseriscono in tutto il “discorso” di Dio all’uomo.
18.04.18