Leggere la Scrittura con la vita

Leggere la Scrittura con la vita
Al Vangelo ci accostiamo per la nostra sicurezza, non per la nostra furbizia. Certe citazioni del Vangelo per nascondere deficienze umane e scusarle, sono stupidi escamotages per nascondere la verità. Un esempio quasi quotidiano tra le persone pie è quello di passare gli errori degli uomini come volontà di Dio. Ricordo un prefetto del collegio, dove passavo le scuole ginnasiali (oggi medie), il quale con sicumera affermava che, secondo il Vangelo, chi faceva la volontà del superiore (lui in particolare?) faceva la volontà di Dio. Molto più tardi scoprii che era affetto da pedofilia.
È doveroso lasciare che il Vangelo ci dica le “sue” cose, e non sia il tendone per nascondere i nostri errori.
La Scrittura aiuta a guardare con fiducia la nostra esistenza. Nella Genesi si legge che il sabato Dio si riposò. I cristiani riposano il sabato per prepararsi alla risurrezione della domenica. La quiete del sabato, non per un certo far nulla, ma per desistere dalle faccende assorbenti, come i sei giorni della creazione, quasi per entrare nel sepolcro, come nel Sabato Santo, in preparazione al giorno del Signore.
Anche nella vita dell’uomo, scorre un periodo di attesa, prima che si avveri il Vangelo della Risurrezione. Normalmente il periodo di “desistere da tutte le opere” è il periodo della vecchiaia, che si sente sempre più come il “giorno dell’attesa del Signore”. Ecco una situazione concreta, nella quale la realtà non può essere orpellata dalla parola della Scrittura, ma realizza la Scrittura, sebbene la lettura del tempo di Dio, non è sempre di facile intuizione.
19.04.18