L’idolatria di Dio

L’idolatria di Dio
Dio è idolatra? L’idolatria è l’apice di un amore. Lo dice qualsiasi amante sincero: “Io ti amo, io ti adoro”. Amare intensamente è idolatrare. Ebbene ecco: Dio ha amato il mondo, fino a darsi al mondo nel Figlio. Dio adora ciò che non è Dio: ecco l’idolatria. Ma alla fine è un’idolatria che diventa amore di Dio, perché Dio si dona all’uomo, fino a trasferirsi in lui, attraverso Gesù, e, in Gesù, attraverso te, me, l’altro, il mondo.
La pazzia d’amore del mio Dio! Non è sufficiente nessuna estasi per scoprire tale amore del mio Dio, perché lui è sopra l’estasi, sebbene doni l’estasi della fede nel credente.
L’amore del mio Dio è un abisso, e io mi ci perdo. Intuisco, ringrazio, ma non so. Non so, eppure è vero, ed è vero perché è divino, ed è mistero. Dio si perde, per amore, in me.
Io e il Padre siamo una cosa sola, e chiedo di avere quella divinità, che ebbi fin dall’inizio, prima che il mondo fosse.
L’amore di Dio lo crediamo, addirittura lo sentiamo, lo tocchiamo in Gesù. Dio ama e adora l’uomo, non potendo più staccarsi dall’uomo, poiché non si può più staccare da Gesù.
È troppo. Dante, davanti a Dio, perde “la possa!”. È troppo, ma è reale, realissimo. Quel Dio che ci penetra, che, grazie a lui, ogni giorno si compatta con la mia vita, quel Dio è qui, mi penetra, mi costringe ad essere lui, grazie alla presenza e all’attività del suo Spirito in me. È troppo! È troppo. Il cuore scoppia di dolcezza, dolcezza commovente che da nessuna altra persona o cosa è provocata. In realtà tale dolcezza è lo stesso Gesù, che vive in me.
27.04.18