Non scartare niente

Non scartare niente
Nel pane, che noi mangiamo, c’è anche del letame riciclato. Nessuno scarto è perduto. Questo vale in modo chiaro per i nostri limiti, i nostri difetti, i nostri peccati. Tutto può essere riutilizzato, e donarci serenità e, in Dio, perfino gioia.
Certamente è necessario guardare le nostre miserie da un’altra parte, in una prospettiva diversa dalla nostra schifiltosità morale. Il vero medico cerca l’ammalato, non lo sfugge. Gesù è il medico per la nostra vita, il traduttore della nostra morte. È vero che la professione del medico è la professione che alla fine è sconfitta. Ma il medico Gesù sa come non farsi sconfiggere. Egli ha in serbo quella guarigione assoluta, che è la risurrezione. Le nostre miserie diventano ottima materia per due reazioni: orgoglio e umiltà. L’orgoglio pretende di cancellare le nostre miserie, magari con la pretesa di diventare belli e virtuosi… agli occhi di chi? nostri? della società? dei precetti di stoicismo, penetrato subdolamente nella ascetica cristiana?
L’umiltà semplicemente ammette i limiti, le debolezze, i peccati, per apparire profondamente accettabili a quel Padre che ama il nostro confessarlo: confessare Lui, la sua misericordia, mentre confessiamo la nostra debolezza o il nostro peccato.
E allora sullo sfondo della nostra fantasia (anche la fantasia è un dono di Dio!) ecco apparire luminosa la figura del Padre del “figliol prodigo” che corre incontro al figlio e suscita la festa per lui! Quanta possibilità di bellezza e di dolcezza… nel nostro peccato.
02.05.18