Vita in Cristo è vita trinitaria

Vita in Cristo è vita trinitaria
Il vivere cristiano è un vivere trinitario, se è un vivere Cristo. Non si può vivere Cristo (vedi Paolo), se non si è con la lui nella Trinità.
Allora riesce più chiaro il Patrocentrismo, sul quale insisteva il P. Veuthey. Il Figlio è figlio, proprio perché è in relazione con il Padre e al Padre si riferisce. Tutta la preghiera della Chiesa è un rivolgersi al Padre, non però a un Padre lontano, ma a un Padre con il quale “si convive”. Le formule, nelle quali con un certo influsso pagano si chiede al Padre di venire, di assistere, di soccorrere, vanno lette e dette con la confidenza di famiglia, non con la nostalgia dell’esule.
Mi fanno una grande pena coloro che hanno deciso di sottrarsi al loro vivere familiare con Dio, per riprendere a rivolgersi al Dio lontano dell’Islam.
Gesù si viveva sempre nella “volontà del Padre”. Se ricordiamo un po’ il significato di “volontà”, secondo la mentalità ebraica, comprenderemo che il fare la volontà del Padre, per Gesù, è un semplice essere nel Padre. Ce lo fa dire ogni giorno: la volontà in terra come in cielo.
Fare la volontà di Dio, è entrare decisamente nel suo volere (greco tema “thelo”). Il fare solo la volontà di Dio, è essere in stretto contatto con lui, tanto che le volontà si uniscono in un solo volere: “Non si faccia la mia, ma la tua volontà”, dice Gesù nel Getsemani. L’adesione è totale fino a essere la stessa realtà. È questa una variazione de “il Padre e io siamo uno”. Come uomo, Gesù continuava quel “prima che il mondo fosse”, e quindi il suo compiere la volontà del Padre era continuità di una linea “eterna”.
25.06.18