Riconoscneti con gioia

Riconoscenti con gioia
Sappiamo che il Vangelo, o tutta la Scrittura, non sono libri scritti per l’informazione o per la storia, ma essi sono un dono prezioso per la vita, per vivere. Anche in questo caso, non sono una semplice medicina, ma… un medico, ossia una persona che si cura di noi, oltre che curare noi.
La Scrittura è un soccorso del Padre, per superare la nostra cecità, e per appoggiarci nel nostro cammino verso di lui.
Consegue che il Vangelo ci viene donato perché un regalo di amore del Padre.
Regalo!
Solitamente a un bambino piccolo che riceve una caramella, i genitori ben costumati chiedono al bambino: “Come si dice?” per suscitare in lui un senso di riconoscenza. E il bambino, mentre è intento a scartare la caramella dice: “Grazie” senza riflettere.
Grazie è la risposta educata, quando si riceve un dono o un’attenzione cortese. Da adulti il grazie spesso esce dal cuore, che riconosce il beneficio.
Ora mi chiedo: quando Dio esprime la sua parola, e spesso il mistero arcano della propria vita, noi gli siamo riconoscenti?
Ossia: leggiamo e ascoltiamo il Vangelo con riconoscenza, con il cuore commosso per aver ricevuto un tesoro incalcolabile, infinito, come naturalmente sono i regali fatti da un Infinito?
Quel “Rendiamo grazie a Dio” da me ripetuto in ogni messa, rimane una semplice formula di rito, oppure sta diventando un movimento del cuore?
11.06.18