Regno di Dio

Regno di Dio
Nonostante il parere di qualcuno, la Chiesa (“la mia chiesa”: dice Gesù a Pietro) non può identificarsi con il Regno di Dio. La identificazione ha prodotto guai numerosi nel pensiero e nella pratica. Noi, chiesa, facciamo gioiosamente parte del Regno, serviamo al Regno, ma il Regno di Dio resta solo Dio al quale ci rivolgiamo: “Venga il tuo regno”. Riconosciamo la divina Paternità di Dio (“sia santificata la tua Persona”: ossia il Padre è Dio, e questo è a base della nostra felicità).
La Chiesa (noi chiesa!) ha il compito di propugnare il Regno, di introdurre in esso. Una missione magnifica questo servizio per il Regno di Dio , che accoglie tutti: “Oggi sarai con me nel Paradiso”: così Gesù rassicura quel povero disgraziato, che sta morendo insieme con lui.
Noi siamo felici di essere entrati nel suo regno, attraverso le porte della chiesa. Ma non ci si può fermare sulla porta, la quale è invito a entrare.
Gloriarci di essere chiesa, non è ancora gloriarci di essere Regno. Altrimenti la grandezza del Regno, che è Dio, viene passata nel surrettizio della Chiesa.
Inoltre, nella storia, abbiamo visto che cosa può accadere di triste, quando l’apparato Chiesa si presenta come supremo dominio umano (ricordiamo la fase della chiesa gregoriana). Anche oggi infiltrazioni assolutistiche minacciano la conduzione dell’apparato ecclesiastico, che pretende di decidere dall’alto, dimenticando che tutti i fedeli in Cristo sono l’unica chiesa, e che l’unica chiesa non esaurisce il Regno di Dio.
Sarebbe opportuno rileggere in altro modo quella triplice “sezione” di chiesa: chiesa militante, chiesa purgante (!), chiesa trionfante.
19.06.18