Tutto a tutti

Tutto a tutti
Paolo nota, nella sua lettera ai Corinzi (1 Cor 9, 19 ss), che si è fatto servo di tutti per guadagnare il maggior numero a Gesù. “Mi sono fatto giudeo con i Giudei”… mi sono fatto “senza legge” (ossia pagano) “per guadagnare i senza legge”. Tutto per guadagnare il mondo a Gesù.
Oggi in Italia è frequente l’adesione al buddhismo (come fece Baggio), o all’Islam (come fece anche il mio amico Zanolo), lasciando le sponde dell’adesione a Cristo. Lo si fa per guadagnare a Gesù, o per perdere anche Gesù?
Paolo è contrario a coloro che pretendono di sottomettere il cristianesimo alla legge, ossia all’Ebraismo. Egli afferma che l’Ebraismo deve sottomettersi alla corrente di Gesù. Gli aderenti al buddhismo o all’Islam lo fanno per portare a tutti Gesù, costituito da Dio Salvatore di tutti?
Noi, credenti, portiamo sempre Gesù in noi. Quando accostiamo un musulmano, gli poniamo accanto Gesù, quel Gesù, che, con il Padre, è “in” noi.
Quando accosto un islamico, in qualunque modo, anche attraverso lo studio della fenomenologia delle religioni (come mi è capitato di insegnare), io sono sempre il contenitore di Gesù.
Forse questa verità di essere “il tempio di Dio” (come dice S. Paolo), sfugge a molti cristiani. Questi ammirano certi tipi di religiosità che vedono in diversi ambienti religiosi, e non s’accorgono che essi sono un pallido e certo riflesso dello Spirito di Gesù.
24.07.18