Nel mistero l’amore

Nel mistero l’amore
Una breve riflessione a favore di quelli che si lamentano della realtà di Dio trino, passandola per una astruseria da scartare. Noi invece parliamo della gioia di un “mistero”.
Uno scienziato molto profondo, tanto che le sue scoperte, anche durante i congressi erano intuite solo da due o tre persone, mentre le applicazioni tecniche gli davano stranamente ragione.
Un giorno egli incontra un giovane e sente di volergli bene, un bene vero e sincero. Egli cerca di donare tutto di sé a questo giovane. Soprattutto ciò che egli amava e stimava di più. Nonostante gli sforzi per capire, per il giovane le scoperte dello scienziato erano… arabo. Però nonostante questa difficoltà intellettuale, restava tra i due un amore profondo, che li teneva uniti. Alla morte lo scienziato lasciò in eredità al giovane tutti i suoi scritti, anche gli appunti, zeppi di “geroglifici illeggibili”. Il giovane ebbe la retta idea di non bruciare gli scritti, ma di porli a disposizione di coloro che li volevano compulsare.
Restava l’affetto, nonostante il mistero della scienza.
La scienza di Dio è infinita, poiché egli parla di se stesso. La creatura, che Dio ama, non sempre comprende l’intima natura di Dio, ma intuisce che in essa è un valore immenso, e si meraviglia dolcemente che una persona così grande, si sia degnata di amarla. Eppure l’amore è grande, e suscita amore di risposta.
Poi legge gli scritti lasciati da Dio (non da Zoroastro, o da Maometto) e dentro vi trova tutto l’amore di Colui, da cui ha ereditato gli scritti. Può essere capitato così a Giovanni?
09.07.18