Gesù deluso

Gesù deluso
Le delusioni di Gesù non furono poche. Lui si prodigava per il bene di tutti, ma talvolta era stanco per la cattiva accoglienza: “Generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò?” (Mt 17, 17).
Un episodio del Vangelo ci presenta le delusioni intense di Gesù, in Marco (6, 1-6).
Entra in sinagoga e trova ostilità. Eppure poco prima un capo di una sinagoga, Giairo, era accorso a lui, perciò Gesù si immaginava una buona accoglienza, e invece incontra ostilità.
Altra delusione. I presenti si accorgono che lui sa insegnare e che compie miracoli. Ora , rientrato nel suo paese, la gente riconosce sì dottrina e miracoli, ma dubita della fonte di tali poteri, e resta ostile.
Altra delusione: i suoi compaesani dovevano esser orgogliosi di un loro socio diventato famoso in giro, come a Cafarnao. Invece lui resta quel povero falegname, membro di una famiglia modesta, e parente di poveri uomini e di povere donne.
Io mi sarei adirato contro tutto il paese e lo avrei mandato al diavolo. Gesù invece, uomo santo davvero, riesce a dare una lettura diversa. Egli trova nell’ostilità dei suoi, quasi una conferma della propria missione e della propria dignità. Dall’ostilità dei suoi sa desumere una realtà: “Dunque sono un profeta!”. Infatti “nessun profeta non è disprezzato dai suoi”. E, alla fine, prima di andarsene, guarisce qualche malato.
Se una persona emerge in una comunità è vittima della comunità, eppure… Paolo: quando sono debole, allora sono forte.
09.07.18