Beati i perseguitati

Beati i perseguitati
Gesù ci assicura la beatitudine nell’esser perseguitati a causa della giustizia. Noi possiamo essere annoverati tra coloro che sono perseguitati a causa della giustizia?
Ricordo che, quando parlavo alla televisione con una persona, interessata alle confederazioni sindacali, applicò immediatamente la beatitudine alla classe operaia, privata dei suoi diritti.
È solo questa la persecuzione?
Vi è una giustizia, che si identifica con il “solo” giusto: Dio affermato. Poi la giustizia anche di una vita corretta. Non è raro vedere quanti giusti sono perseguitati.
L’operaio fedele al proprio lavoro, che è canzonato dai colleghi furbi, l’impiegato puntuale, il negoziante onesto. Può accadere anche in una scuola che il professore onesto sia “invidiato” dai colleghi. L’invidia o prima o poi diventa critica, denigrazione, e perciò persecuzione.
Anche nelle associazioni “pie”, la persona corretta è spesso invidiata e ostacolata, combattuta.
Anche nei conventi accade, non raramente, che la persona che cammina retta per la sua strada sia invidiata, criticata, denigrata anche in modo violento, o con il sorrisino demolitore. La persona cammina retta, diritta, ossia semplicemente con giusta direzione. E sente piovere critiche, riprensioni, sgridate, su di sé. Ebbene nelle comunità religiose può accadere, e non ci sono casi rari, che una persona dotata – e perciò invidiata e denigrata – viva la beatitudine dell’essere perseguitata per amore della giustizia. Gesù è con lei.
26.04.18