Grazie amico per la tua nuova presenza

Grazie amico per la tua nuova presenza
Chi trova un amico trova un tesoro. Perciò chi perde un amico perde un tesoro? Oppure … Se un amico si eclissa, morendo, alla nostra vista, è forse perduto? Può un credente in Gesù Risorto sperimentare un’assenza totale dell’amico?
Il pianto e la costernazione, soprattutto per la morte improvvisa, sono ovvii, se pensiamo a noi. Gesù è un esempio lampante presso il sepolcro di Lazzaro. Piangere non è disperazione, ma richiesta di conforto. Il primo conforto, lo sperimentiamo, viene dalle persone care che ci attorniano, primo fra tutte il nostro caro Padre, dolcezza per chi gli si affida.
Il secondo conforto ci viene dallo stesso amico, eclissato alla nostra vista, ma presente nel seno del Padre, che è già con noi. Il conforto ci viene dalla preghiera. Preghiera per lui, ma principalmente con lui. La preghiera di noi, poveri cristiani, non si realizza da noi a un Padre lontano, bensì da noi , situati con Gesù nel Padre e quindi al Padre.
Il suffragio per gli amici scomparsi, non so se sostenga più loro, che noi. Il suffragio cristiano non si indirizza ad un bene futuro, ma a un bene presente e consolante. Per due motivi: perché se la nostra preghiera è in Dio e se il defunto è in contatto profondo e nuovo con Lui, la presenza di Dio è attivata da quel Gesù che toglie i peccati del mondo. Si realizza così “l’essere battezzati con lo spirito e col fuoco”, quindi essere purificati e intrisi di santità.
Grazie Padre, grazie amico, per la tua nuova presenza.
12 febbraio 2019