Tradire la fede

Tradire la fede
Talvolta mi è sembrato di scorgere in atteggiamenti di persone, anche a me vicine una svista. Esse sentono il bisogno cristiano di accogliere ogni persona, come sempre ha fatto Gesù. Però, oltre ad accogliere la persona, non é necessario condividere anche i suoi errori.
Una cosa è la persona, l’altro è l’eventuale errore, soprattutto di fede, che essa professa. Talvolta perfino per “buona educazione” si crede “carità” condividere un loro patente errore. Evidentemente questo atteggiamento “educato” è un tradimento della verità, che è Gesù, ma anche un tradimento della stessa persona, che sta davanti, presentandoci a essa “menzogneri”. Come se si onorasse una persona con una patente menzogna. E ciò nella stessa presenza e nella stessa relazione umana.
Per rinnegare la fede non occorre avere un tribunale romano o islamico (quello della blasfemìa) davanti a noi, ma perfino una semplice persona che crediamo amica, e per la cui amicizia nascondiamo e quindi tradiamo la fede.
Chi mi confesserà davanti agli uomini, io lo confesserò davanti a mio Padre. La paura di mostrarci semplici cristiani, davanti a un mondo miscredente, o davanti a credenti non in Gesù (Gesù totale, Uomo-Dio, nato, morto, risorto!), ma a Maometto o ad altri maestri di spiritualità, è peccato di rinnegamento, di lesa maestà di Dio. Ma anche di lesa maestà personale, perché chi non confessa Gesù, rifiuta e la persona sublime di Gesù, e il suo prolungamento nel tempo in quello che usa denominare il suo “corpo mistico”. E forse brutta se stesso di tradimento almeno un po’.
17.12.18