Gesù Dio, non toglie l’amicizia

Gesù Dio, non toglie l’amicizia
L’agire di Gesù verso Giuda, includeva una qualità divina, che ci aiuta a conoscere Gesù. E anche a imitarlo? Gesù, in quanto maestro, richiede l’imitazione. “Se io, Signore e Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovreste lavarvi i piedi reciprocamente” (Gv 13, 14).
Però quello che Gesù, categoricamente chiede ai suoi è la testi-monianza: “Anche voi [assieme con lo Spirito Santo] mi date testimo-nianza, perché siete con me fin dall’inizio” (Gv 15, 27).
Nel comportamento di Gesù ci lascia (mi lascia) perplessi: il suo rapporto con Giuda. “Gesù sapeva fin dall’inizio chi erano coloro che non credevano e chi era colui che l’avrebbe tradito” (Gv 6, 64). Il minimo che io avrei detto a Gesù: “Mandalo fuori dai piedi”. E Gesù no. Perché? Giuda era incluso nell’intelaiatura dell’opera di Gesù, che non ascoltò me, ma che faceva sempre ciò che voleva il Padre.
Giuda era uno dei dodici. Tutto ciò che il Vangelo narra dei dodici è attribuito ovviamente a Giuda. Avevano il potere di scacciare i demoni” (Mc 3, 6-7). “Ne stabilì dodici, che chiamò apostoli, perché siano con lui e perché invii loro ad annunciare e avere il potere di cacciare i demoni” (Mc 3, 14-15). Eppure Gesù aveva detto: “Uno di voi è un diavolo” (Gv 6, 70).
Giuda quindi collaborava. Gesù si serviva di lui. Fino a tutto il tempo dell’apostolato di Gesù.
Poi venne il tradimento (Lc 22, 3-4). Tradimento di sensibilità (Gv 12, 4), della persona (Mt 26, 47), della fiducia (Gv 13, 29).
Gesù svela il tradimento (Gv 13, 30), e invita Giuda ad affrettarsi a compierlo (Gv 13). Eppure l’ultimo appellativo rivolto a Giuda da Gesù fu: “Amico” (Lc 22,48). Gesù fu fedele a sé fino alla morte: “Voi siete miei amici” disse agli apostoli (Gv 15, 15).
08.02.19