Luce e tenebre

Luce e tenebre
Chi non crede in Gesù, è già condannato. Questa affermazione, riportata nel Vangelo di Giovanni, ci induce a riflettere, quasi timorosi, sulla nostra fede in Gesù, e su quanti trascurano di credere, come ciascuno può, in Gesù.
Troviamo anche una spiegazione del non credere in Gesù: hanno amato le tenebre e non la luce.
Ricordo quel conosciutissimo autore francese. Egli, quando qualche persona si recava da lui per esporre i propri dubbi sulla fede, gli indicava prima di tutto il confessionale. Dopo la confessione, i dubbi sulla fede erano spariti. Ci si allontana da Gesù e dal Padre, non tanto per questioni di principio speculativo, ma perché le tenebre morali del peccato, ci donano il piacere dell’errore e ci rapiscono il piacere della verità, ossia di quel Gesù, che è verità.
La tenebra del peccato impedisce di gustare la luce.
Oggi viviamo immersi nella cloaca del peccato, osannato da quasi tutti i veicoli giornalistici, nel parlato, nello scritto, e nel visivo. Radio, giornali, televisione. E i giornalisti, che spesso diventano portatori di tenebre, pretendono di assolversi dietro il “dovere” di cronaca. Ed ecco il dovere del gossip, il dovere di pubblicare la pubblicità della prostituzione (nascosta, non tanto però) esercitata nei “centri di danza” approvati dalle autorità.
Cloaca, nella quale chi si immerge non riesce a vedere la luce di Gesù, quando addirittura non pretende di spegnerla.
25.02.19