Saper dare

Saper dare
La sfortuna di più di uno scapolo/a o di una persona stabilizzata nella fase omosessuale è quella di non chiedersi che cosa può offrire all’altro sesso, ma che cosa vuole o esige dall’altro. Siccome il nostro desiderio è sempre superiore di quanto l’altro ci può dare, si resta scapoli o fermi alla fase omosessuale per lungo tempo o per tutta la vita.
Lo scapolo o la zitella, da quanto mi consta, trova sempre nell’altro deficienze, che non rispondono alle esigenze, in realtà egoistiche dell’altro. Non ha un bel corpo, non ha tanti soldi, pretende di essere superiore e così via enumerando: le deficienze nell’altro (evidentemente solo nell’altro) sono numerose e non scusabili.
Chiaramente non parlo di coloro, che, come si esprime Gesù, “si castrano per il regno dei cieli”. Costoro sono ben capaci di dare per una realtà seria. Quanti beni di meno godrebbe l’umanità se non ci fossero i celibi o le nubili per il regno dei cieli!
La sterilità, in ogni dimensione, si attua nel non saper dare: fisicamente, intellettualmente, moralmente, affettivamente.
L’amore è fondamentalmente dono. In questo sta l’amore: Dio ci ha amati anticipatamente: è quanto ci rammenta l’apostolo Giovanni, colui “che Gesù amava”.
L’amore, il dialogo, la completezza si realizzano non in misura di ciò che abbiamo, ma per quanto noi doniamo!
07.05.19