Razzismo suicida

Razzismo suicida
Purtroppo oggi si parla molto di razzismo. Esso è, fondamentalmente, l’odio verso una razza (e le persone che vi si trovano dentro), e verso più etnie, che non sono le nostre, o anche nostre associate.
In questi tempi, tra di noi, si alimenta l’odio contro africani o rifugiati, perché disturbano i nostri comodi o la sensibilità (molto umana) di più di un politico.
Si vorrebbe far scomparire lo straniero dai nostri occhi. Da ragazzi ci facevano cantare la “Canzone del Piave”: “Non passa lo straniero”.
Una vocina, disturbante la sensibilità dei razzisti, è quella di Papa Francesco, il quale indica la necessità dell’amore universale voluto da Dio e da quel tale Gesù, che è morto per amore di tutti, lui ebreo che non s’attenne al razzismo, neppure a quello di casa contro i Samaritani.
Il Papa tiene discorsi di amore, anche senza sventolare un rosario, a differenza di chi vuole il razzismo della non accoglienza, sventolando un rosario infilato nella mano.
Io però desidero indicare un razzismo tacito. Coloro che intendono eliminare la propria razza. Razzismo suicida.
In Italia, gli italiani odiano la propria razza fino a programmarne l’estinzione. Ecco la denatalità programmata, non raramente attuata con aborti procurati. Razzismo subdolo e quindi perverso. L’odio contro la propria razza, che si vuole estinta.
Non è difficile dedurre che chi, per egoismo, è disponibile a soffocare nel nulla la propria razza, voglia poi cancellare, allontanare, lasciar affogare nel Mediterraneo, le altre razze.
22.04.19