Accostare gli afflitti

Accostare gli afflitti
Il Padre ci dona anche l’occasione e il compito di accostare persone affrante per il dolore. Può anche dare che il dolore se lo siano procurate da sé, o per errori o per una posizione errata davanti alla persecuzione di altri. Di fatto talvolta soffriamo per i comportamenti degli altri, non solo, ma anche perché noi vorremmo inutilmente che gli altri mutino i loro comportamenti.
Comunque, per causa propria o per causa di altri, incontriamo persone affrante che si rivolgono a noi. E questo è un dono di Dio, che attraverso proprio di noi, vuole esprimere la misericordia divina.
Attraversati da misericordia, noi stessi restiamo contagiati dalla dolcissima misericordia di Dio, e siamo purificati da essa, e resi sereni in Dio.
È vero che a una persona affranta non possiamo donare altro che il cuore che ascolta. Eppure la comprensione, priva di giudizio, significa un beneficio sicuro. È la classica spalla sulla quale l’amico piange. Ed è un’attuazione di quell’amore reciproco, al quale ci tiene Gesù per sentirsi nostro fratello. È un modo semplice di realizzare il regno di Dio in terra.
Talvolta le persone sono inquiete e affrante perché non attuano in sé quella perfezione, che è indicata dalla propria vanità, o anche dalle esigenze che gli altri fomentano nel proprio cuore. Certamente chi vuole gli altri perfetti è privo lui di perfezione; perciò lui cerca una compensazione negli altri
02.07.19