Perdere Messa

Perdere messa
Perché ho perso tante messe? “Ho perso” non perché, potendo compiere il “dovere” della messa domenicale, mi sono sottratto: questo mai, in novantaquattro anni.
C’è un modo di perdere la messa, non vivendola nella sua pienezza. Perché? Qui entro io, ma entrano anche, poveri loro, i miei educatori.
Quando questi mi educavano, insegnandomi su come “ascoltare messa”, mi indicavano come comportarmi, come cantare, come “rispondere” alle preghiere. Insomma parlavano di “me” e dei miei simili nell’”ascoltare” messa.
Noto prima di tutto che la messa non va solo ascoltata, ma davvero partecipata. Per partecipare è necessario accordarci con tutti i partecipanti. Di solito si dimenticano di indicarmi come partecipava, che cosa faceva il partecipante più importante. Chi? Il parroco?
Sembra che sia presente, durante la Messa, il partecipante Dio. Mi insegnavano come devo fare io, ma trascuravano di indicare quello che stava facendo lui.
Sottacevano la sua felicità di Padre, nel vederci assieme a Gesù, suo “amato” figlio. La sua attività di santificatore, fino a fare che suo figlio Gesù fosse presente per farci vivere l’amore del Padre, che ci parla, ci ama nel sentirci vicini, si dona in modo meraviglioso nel Figlio presente.
Purtroppo la messa era indicata per quello che ritualmente (e religiosamente) facevamo noi, dimenticando quanto amore viveva il Padre.