Gesù unisce

Gesù unisce  

Gesù costruì intorno a sé un gruppo: alcune persone da lui furono scelte, altre sentivano il bisogno di unirsi a lui. Lo stile di Gesù è lo stile della chiesa: missione e accoglienza. Quando missione? È arduo saperlo. Quando accoglienza? Sempre.

Questo avviene anche nel piccolo delle nostre comunità di fede. Chiamare e accogliere.

Così è anche dell’incontro eucaristico, della Messa? È difficile dirlo. Certo che le comunità dell’inizio della cristianità si radunavano solo tra i credenti. Altri non erano esclusi, se non quelli che potevano arrecare danni o disarmonie. Si costituì così l’ordine dell’ostiariato, di coloro che, alla porta, facevano entrare solo facce note.

Il bisogno della reciproca conoscenza, regolava la partecipazione ai raduni. Reciproca conoscenza e, soprattutto, unica fede. Comunità di fede, che era formata da fratelli, da conoscenti capaci di intuire e di partecipare.

Reciprocità di conoscenza nella reciprocità di fede.

Che cosa dire delle messe oceaniche in piazza S. Pietro, o delle nostre messe, partecipate da persone che non si conoscono?

È vero sempre però, che quando una persona, a noi sconosciuta, partecipa alla stessa comunione, non è più un’estranea, perché nello stesso Gesù è riconosciuta dai presenti.

Oggi l’Eucarestia è vissuta sia durante una messa cenacolo, che durante una messa assemblea. È sempre lo Spirito di Gesù che penetra e unisce. Anche quando le persone si ritrovano per obbedire al precetto festivo.

In quella situazione Gesù e chiama e accoglie.