Ci ha lasciati

Ci ha lasciati
Quando leggo gli annunci funebri nel giornale, mi lascia irritato una frase spesso ripetuta. Essa è: “Ci ha lasciati” o “Ha lasciato la sua famiglia”. Quando poi si vuol addolcire l’asprezza dell’abbandono, vengono in soccorso gli angeli: “È salito fra gli angeli”. E poi una frase che echeggia un detto di Gesù: “È tornato al Padre”. Quindi è da un’altra parte, là dove c’è esclusività.
Non so che cosa scriveranno per me, quando io morirò. Debbo confessare che sono sempre più sicuro che anche a me capiterà di morire.
Per me sarebbe bello che si scrivesse: “Ci è vicino in una nuova forma”. E poi non ha senso una messa con le gramaglie, ma ha senso una messa di Gloria, cantata da tutti: è avvenuta la volontà di Dio.
Per il funerale “laico” (tutti i funerali rivestono la sacralità di una vita voluta da Dio, e passata sotto lo sguardo e l’amore di Dio!) di Dario Fo, si sono fatti canti come “Bella, ciao!”, perché per un funerale cristiano non si debba cantare e “brindare”, come nell’”agape”?
Certo il nuovo incontro con il Padre, desterà meraviglia in chi “ritorna” a lui, una meraviglia beata. La grandiosità di una piccola persona, alla quale si svela l’Eterno, l’Immenso, il Tutto, “Amore”!
Il pianto non è proibito a chi ancora è nel pellegrinaggio e sente mancare qualcuno. Ma questi è nella luce, e di questa luce la fede ci rende certi.
L’enciclopedista francese diceva dei conventi: “Vivono assieme senza conoscersi, e muoiono senza rimpiangersi”. Come si può piangere su chi è totalmente e ineditamente con Dio? Il non conoscersi dipende dalle regole, che spostano i frati come pedine, e non fanno a tempo conoscersi, perché dopo poco sono spostati da un’altra parte. Ma il non piangere è il frutto