Cibo vivente

Cibo vivente
Io sono il pane vivo. Il cibo vivente. Un cibo vivo che direttamente trasmette la vita a viventi. Da vita a vita.
I nostri cibi, sono ricavati o da animali morti, o da piante morte. Morti per alimentare un vita destinata alla morte. Anche le creature ingoiate vive, come dai coccodrilli, devono morire negli acidi gastrici per alimentare la vita di chi li ingoia.
Gesù è vivo, e la sua presenza tramite l’Eucarestia è una presenza viva. Perciò la sua umanità (carne) entrata in noi produce vita eterna, in chi vivrà di Gesù.
La fede in Gesù Risorto è un nutrirci di cibo vivo. Voi siete risorti, perché la vostra vita è compiegata da Cristo in Dio. Il Risorto non muore per farsi nostro cibo. Egli è risorto per non morire più e ogni suo accostamento personale a noi, attraverso il Vangelo, l’Eucarestia, la Chiesa, avviene da vivente a vivente in attesa della vita definitiva. Paolo desidera la morte per entrare nel pieno della vita: bramo dissolvermi ed essere con Cristo.
Non è un dissolversi da suicida, ma è un perdersi totalmente in Gesù. Ecco l’effetto del cibo vivente. Quel cibo destinato a non sciogliersi in chi lo mangia, ma dissolvere in sé chi lo mangia. Gesù cibo segue la eterna logica di Dio, del Dio vivente, che crea la vita, perfino nell’uomo limitato dalla morte.
L’Eucarestia è l’anticipo della nostra vita eterna, e a questa è destinata dal Padre. Chi mangia me, non morirà mai.
19.08.18