Del tu a Dio

Del tu a Dio
Una persona educata non deve dare del tu a un adulto, soprattutto se questi riveste autorità o autorevolezza. E perché noi siamo tanto maleducati da dare del tu addirittura a Dio? Possiamo farlo senza vergognarcene.
Se leggiamo qualche missiva di S. Luigi Gonzaga, questi dava del lei a sua madre stessa. Lui era una persona per bene con nobili sentimenti. Anche Teresa d’Avila dava del voi a Dio. E noi pretendiamo di dare del tu a Dio!
La cosa appare più evidente, quando Gesù dava del tu al Padre. Lui sì, perché era “consustanziale” al Padre. Lo disse lui: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Ma la cosa si fa eclatante, quando Gesù ci indica di dare del tu al Padre: “Quando pregate dite: “Padre nostro, sia fatta la tua volontà””. Dove sta il rispetto verso una persona autorevole?
Eppure noi sperimentiamo molta dolcezza, quando ci immergiamo (e lo siamo sempre!) nel Padre, e gli parliamo con un tu! Ci sentiamo in famiglia, dove le distanze si accorciano. È lui, che in Gesù ci ha detto: “Diamoci del tu”.
È soave che, appena apriamo il cuore alla preghiera, l’incontro con Gesù e con il Padre, nello Spirito, lo percepiamo come il nostro autentico modo di essere.
Allora viviamo “da figli”. Stiamo finalmente diventiando piccoli. “Se non diventerete fanciulli, non entrerete nel Regno dei Cieli”. Sappiamo che il Regno dei Cieli è semplicemente il Padre. Il tu a Dio non è un vezzo da snob (io do del tu al Presidente della Repubblica), ma una gioiosa presa di coscienza di essere figli, ma non adottivi.
26.07.18