Dio, nostra sicurezza

Dio, nostra sicurezza
Il gusto perverso di togliere la speranza. Questa è una delle dinamiche, conseguenti lo studio illuministico del Vangelo. Il cosiddetto metodo storico-critico, potava dal Vangelo tutto quanto non era ammesso da un certo modo di critica razionalistica: niente angeli, niente miracoli, niente risurrezioni, e pochissime frasi attribuite a Gesù. Allora che resta alla nostra fede e alla nostra speranza?
Quel metodo serve solo a creare una società di disperati, aggrappata ai dogmi razionalisti o al vivere epicureo, per poter godere ancora di qualche “valore” e sognare un po’ prima dell’annientamento.
E chi crede in Gesù è un illuso oppure un felice di vivere ora e sempre?
Troppa parte della nostra cultura e della nostra società ci ruba la speranza e con essa ci ruba il portafoglio per farci rimpinzare di false sicurezze: denaro, piacere, dominio, ecc.
Noi cristiani, felici di poter sperare, siamo invitati a rinfocolare l’autentica speranza, quella che si regge sulla Parola di Dio, sul Vangelo puro, non denudato e sfrondato da pretese di obiettività razionalistica e illuministica. Infatti noi non siamo illuminati dalla ragione (di chi? dello scrittore di turno? di Voltaire? del pizzicagnolo?), ma dalle ragioni di Dio.
Dalla nostra parte sta lo Spirito Santo, non le pagine dell’Enciclopedia. Questa crea notizie, quello dona la felicità del credere e dello sperare. Noi ci basiamo su Dio, il razionalista si basa sul filosofo A, contraddetto dal filosofo B, a sua volta scalzato dal filosofo C.
28.03.18