Divenne uomo

Divenne uomo
Gesù è il Logos diventato carne e abitante tra noi e con noi. Lui è l’ultimo grado (escatologia) di salvezza per gli uomini. Il ripiegare su altre salvezze, più o meno religiose, è un precipitare all’indietro, illudendosi di trovare la salvezza definitiva, che oltrepassa la morte (risurrezione!) in altri escamotages, che conducono al vuoto, quando non è il baratro.
Su questo Logos divenuto carne, si incentra ogni nostra fede e ogni nostra gioia serena, che non teme più la vita, per quanto nel vivere troviamo dolori, inimicizie, cadute.
Per chi possiede il dono della fede, e per ogni persona capace di riflettere, quel momento epocale, nel quale il Verbo divenne uomo, è considerato l’apice della storia umana, e la certezza della nostra salvezza.
Per il credente in modo assoluto. Il credente, ossia colui che accoglie la luce di Dio, che illumina ogni uomo. La fede non è la quintessenza degli sforzi umani per raggiungere il centro della persona. Essa è un abbandono fiducioso a Dio, soprattutto quando arriva all’uomo la luce di Dio, attraverso la Parola di Gesù, ma anche attraverso l’accoglienza di un retto ragionare sulla realtà che ci sta sotto gli occhi, come scrive anche Paolo nella Lettera ai Romani e come troviamo nelle parole di Gesù: “Sapete interpretare i fenomeni atmosferici e non vi accorgete della mia presenza?”.
Il culmine della presenza di Dio tra gli uomini, è quando il Logos diventa uomo e si stabilisce tra di noi.
28.11.18