Egoismo e dono

Egoismo e dono

Ricordo quella signora, che, non avendo figli, spasimava per l’adozione. Il marito non negava di poter adottare, però desiderava considerare l’evenienza dell’adozione con prudenza. Bene o male, finalmente adottarono. Sei mesi dopo l’adozione quella signora rifiutò la figlia adottata, che fu accolta in istituto.

Che cosa era accaduto? Semplicemente questo: la signora voleva adottare per riempire un vuoto, per calmare una sua angoscia. Però la persona adottata non era un toccasana all’angoscia, ma un cumulo di problemi in aggiunta, e quindi una moltiplicazione dell’angoscia. L’adozione non la considerava come un atto di generosità e di amore, ma come uno strumento per alleviare “l’egoismo”!

Avviene sempre così, quando l’egoismo guida i nostri rapporti con gli altri. Soprattutto con i più deboli e inermi.

Noi siamo così inzuppati di egoismo, che, quando udiamo che Gesù ha donato il suo operare e la sua vita per noi, restiamo indifferenti, perché non conosciamo nelle nostre carni che cosa comporta il nostro donarci agli altri. Chi non è generoso, non è in grado di apprezzare la generosità degli altri; anzi se incontra una persona generosa con lui, semplicemente la strumentalizza.

Gesù è talmente pregno di generosità, che benefica gli altri anche quando con li conosce. Difatti avverte che un’energia è uscita da lui, senza che lui abbia visto la donna metrorragica toccare il suo mantello. Gesù è tutto per gli uomini. Non potendo esser sempre presente per beneficarli, crea l’eucarestia e la sua chiesa, per continuare a darsi a noi.

Chiesa ed Eucarestia, doni all’umanità che cerca serenità di salvezza. Chiesa, Vangelo presente nel mondo, non può restare chiusa nell’autoreferenziarsi, perché con il Vangelo e con l’Eucarestia è continuo dono al mondo.

28.06.15