Gesù, salvami

Gesù, salvami
Mi sembra che un episodio del Vangelo sia come l’emblema di molte situazioni.
Gesù di notte cammina sull’acqua. Pietro per rassicurarsi che quell’essere che camminava sull’acqua fosse veramente Gesù, chiede a Gesù di far camminare sull’acqua anche Pietro. Gesù glielo concede. Pietro si butta e cammina sull’acqua per alcuni passi; poi è attraversato dal dubbio, e allora inizia a sprofondare. Nella situazione precaria, invoca Gesù, perché lo salvi. Gesù interviene e Pietro arriva a Gesù.
Anche il cammino della fede può iniziare con slancio. Poi nascono dubbi, incertezze, deviazioni, e si fa notte. Restano due soluzioni: ricorrere a Gesù per essere salvati, oppure cadere nella sconsolazione, nel pessimismo o nella disperazione. Pietro ci ha indicato la via giusta: “Signore, salvami!”.
Anche la vita di ognuno, comincia con la iniziale, spesso inconsapevole, percezione di Dio. Ricordiamo che Gesù stesso vedeva l’infanzia, come l’ambiente della salvezza. Poi l’educazione, la società, la scuola dei benpensanti, immettono perfino nei bambini il dubbio e l’ateismo. Arriva Gesù, se è accettato, e salva.
Anche la storia dell’umanità, seguendo la Bibbia, inizia con la fiducia in Dio, la convivenza piacevole con lui. Ed ecco il serpente, per Adamo, la “civiltà” variamente costruita dall’uomo, con le superbie, le schiavitù, le guerre. Finalmente arriva Gesù, e in lui l’uomo si rassetta.
08.08.18