I lati del morire

  I lati del morire 

Fabo, il dj fermato da un incidente che lo ha incatenato in un letto: lui pieno di attività frenato per sempre. La sua creatività, una volta indirizzata a inventare nuove trovate e nuove gag per i suoi giochi, sembra che ora non sappia utilizzare il suo nuovo doloroso stato.

Utilizzare il silenzio è prima di tutto, rendere il silenzio l’ambiente privilegiato per la preghiera. Noi che abbiamo appreso dallo Spirito di Dio, la dolcezza della preghiera silenziosa, è bello che preghiamo con lui, per lui, e assieme con lui. Gesù insegna la bellezza della preghiera, quella che è esplosa sul Tabor; Gesù insegna a pregare, ciò che non sa fare per niente l’Associazione Coscioni, che sa indicare soltanto una cosiddetta morte dignitosa.

Anche il cardinale Martini, affetto da Parkinson, aspirava a un morire dignitoso, quasi elegante. Egli semplicemente morì morendo. Una partenza, non una fuga. Una partenza con meta, non una fuga nell’ignoto o nel nulla. La paura del nulla suggeriva al salmista di pregare per la vita, non per l’abisso dove non si può più lodare Dio.

Verso la realtà della morte si articola una variazione della nostra speranza. Sperare verso la morte per una morte dignitosa, e nella morte per un trovarsi a vedere Dio. Giovanni, Prima lettera: “Allora lo vedremo così come Egli [Dio] è”. Alla morte cessa lo sperare, come cessa la fede, e si innesta per sempre solo l’amore. Alla spogliazione del vivere con fede e con speranza, segue la immissione totale nell’amore”. Tendere a questo è morire elegantemente.

 

 

27.02.17