Il Padre e la preghiera

Il Padre e la preghiera
Il Padre che ci ama, desidera che stiamo a contatto con lui, lui che non interrompe mai il contatto con noi. Ossia il Padre desidera la nostra preghiera di figli e da figli.
Il suo desiderio è desiderio di uno al quale nulla è impossibile. Perciò infonde in noi il suo Spirito, affinché noi siamo in grado di essere posti al livello di nostro Padre, per dirgli: “Tu”.
Il Padre, nel suo affetto per noi, crea in noi la preghiera. A noi rimane il “compito” di accettare la “sua” preghiera diventata nostra, fonte di tenera confidenza. Il nostro pregare in realtà è il suo amare, che egli trasforma nel nostro stesso amore per lui.
La preghiera di Gesù non è un rito religioso comandato da chissà quale rituale clericale. Gesù prega semplicemente perché è Figlio, che è unito al Padre, e che si vive nel Padre. Lui e il Padre sono una cosa sola.
Se Gesù è l’emblema del nostro vivere di figli di Dio (autentici, non spuri o posticci perché adottati), e quindi anche del nostro contatto con il Padre, anche nel pregare. Mi chiedo: la preghiera “sacerdotale” di Gesù (come la definiscono), è semplicemente la nostra stessa preghiera? Oppure lasciamo a Gesù i suoi affetti filiali, credendoci non fratelli autentici di Gesù, ma sì e no suoi cugini o compagni di merende?
Se siamo “uno” con Gesù, e se Gesù è “uno” con Il Padre, la nostra preghiera è Spirito di Gesù, che prega in noi.
20.08.18