Il vedere è peccato?

È peccato il vedere?
Gesù, dopo aver restituito la vista al cieco nato, ai Farisei che lo contestano dice: “Voi affermate di vedere, perciò siete nel peccato!”.
Forse è sufficiente vedere per peccare? Forse la fede ci chiude gli occhi per essere in grado di credere?
I Farisei vedevano e giudicavano (e condannavano!) secondo i loro criteri. E proprio questa luce li escludeva dal vedere la presenza e l’opera di Dio. Per vedere secondo i loro criteri, addirittura nella sicurezza di essere “pii israeliti”, essi non s’accorgevano di quell’uomo, cieco nato guarito, che gli stava presente.
È agevole riferirsi all’Illuminismo, che affermava “Noi finalmente vediamo” e proprio per questo cadeva nel peccato. Il peccato della “Dea Ragione”, giustamente raffigurata in una prostituta.
Noi viviamo in una società, che vede il progredire di una certa civiltà, che si oppone alla vita. I nostri grandi maestri di pensiero, quando scansano volutamente la verità, che è Gesù, oppure si oppongono alla sua linea di annuncio, spesso, se ne vantano in nome di una emancipazione, perciò peccano!
Credono che l’emanciparsi dalla verità di Gesù, li renda adulti e maturi. Maturi per che cosa? Mio Dio! Per il peccato; oppure, per usare un linguaggio corrente, maturi per l’inferno. Che Dio li aiuti!
Certe sicurezze, che si risolvono naturalmente in sicumere, servono a chiudere gli occhi. Come i bambini, che per non accorgersi del lupo chiudono gli occhi. O come gli Ebrei, che, quando stavano udendo la professione di fede di S. Stefano, in procinto di essere lapidato, si turavano gli orecchi.
Noi stessi siamo nel pericolo di esser nel peccato, quando la nostra piccola verità anche riguardo al Vangelo, la stimiamo assoluta! 30.12.17