In Lui la vita

In Lui la vita
Ricordo, dopo i miei studi di filosofia, quel pensatore che indicava, come l’uomo è fatto per la morte, perché la vera percezione dell’esistente si ha tramite il nulla.
Poi leggo Gesù che dice: “Io venni affinché abbiano vita, e ab-biano eccedente” (Io 10,10). Si tratta di una vita piena tracimante, seb-bene il testo parli di tracimante, ma non come attributo di vita, almeno grammaticalmente, ma forse come un accusativo avverbiale. Tra le due posizioni, vivere per la morte, e vivere per la vita, io, avendo un debole per Gesù, preferisco decisamente la posizione propria di Gesù.
Nel Logos era la vita. Quando il Logos divenne “carne”, non ven-ne per riparare la vita ferita dal peccato, ma per compiere nel tempo il suo essere vita “nell’eterno”. L’incarnazione completò il dono di Dio Cre-atore. Era luce e vita, che dovevano distendersi anche nel tempo. Pur-troppo nel tempo incontrò anche il peccato, e quindi la sua presenza pu-rificò anche quello.
La tracimazione della sua vita non solo si estese nel tempo, ma travalicò il tempo per “completarsi” oltre e fuori del tempo, dove tutti noi siamo invitati e portati a vivere in modo nuovo, divino, che ancora non ci è dato di definire. L’infinito non si sottopone a nessuna definizione, proprio per la contraddizione dei termini.
Il mio debole per Gesù mi nasce anche dal sapere che “dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto, e dono rispondente al dono” (Gv 1, 16).
Non viviamo per la morte, ma in Gesù viviamo nella vita, per la vita.
12.01.19