La partecipazione con Gesù

Partecipazione con Gesù
Oggi sarai con me nel Paradiso. Due sofferenti si incontrano, nella loro sofferenza mortale. I due si capiscono, e nella sofferenza finale insopportabile, si comunicano l’un l’altro con il cuore in mano. Uno nel cuore sente di aver bisogno dell’altro e confida la propria povertà, il proprio bisogno di comprensione e di pace: parla con il cuore, con i sentimenti di un afflitto: “Signore, ricordati di me, quando sarai nel tuo Regno”. Non è una frase nata all’ultimo momento. Probabilmente aveva udito Gesù, quando questi parlava del Regno di Dio. Forse aveva interpretato male le esigenze di “quel” regno, e lo vedeva come il nuovo regno Israele, riscattato dai Romani, e si dava da fare, buon patriota, per realizzare questo regno con la sommossa, e perciò, catturato dai Romani, fu condannato a morte. Forse era un “manigoldo pulito”.
L’altro dona a lui, così vicino nella stessa sofferenza, quanto il suo cuore suggeriva. Un cuore abituato a donare sempre. E il dono è la sicurezza di una partecipazione! Con me! Ecco il guadagno di una partecipazione nel dolore: la partecipazione nella serenità e e nella gloria.
Ecco perché ci indicano di “offrire a Gesù” le nostre sofferenze, quelle causate dalla natura oppure dagli uomini. Non si tratta del semplice bene di offrire le sofferenze (questo sa molto di mercato), ma di partecipare, con le nostre sofferenze, alla Croce di Gesù. Metterci nella stessa sofferenza di Gesù, e in Gesù parlare con il Padre sempre benevolo: “Nelle tue mani…”. E il Padre benevolo non tarda a rasserenarci.
15.07.17