Lui opera

Lui opera
Come sempre, troviamo consolazione nella parola di Dio. Credevo di aver sciupato il tempo, grazie al mio bisogno di creare, di inventare, di realizzare, grazie alla mia dotazione naturale. Dal mio creare ne traevo soddisfazione. E non mi accorgevo che nel creare e nel trarne soddisfazione, stavo imitando mio Padre, quello che mi fece a sua “immagine e somiglianza” (comunque la si intenda questa frase). Di mio Padre è scritto: “Disse e le cose divennero” e “vide che le cose erano belle!”. La soddisfazione del creare!
Però non sempre mi accorgevo di operare per il Padre, anzi che il Padre operasse tramite me. Io non ne avevo coscienza, ma lui sì. Nella sua benignità, il Padre si serve di me.
La lettera agli Efesini di oggi, mi allarga il cuore: sebbene io non mi accorgessi, ugualmente lui operava in me, sua bontà! “In realtà siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio preparò affinché camminassimo in esse” (Ef 2, 10).
La nostra vita non la redimiamo noi, con la “retta intenzione” o con la loro “consacrazione devota a Dio”. Dio l’ha fatta sua radicalmente, creandoci. Dio crea e poi non abbandona il suo figlio, anche se questo non si accorge di lui. Però quando ci accorgiamo della presenza attiva di Dio, nel nostro operare, nel nostro creare (anche solo scrivendo), si apre una candida e soave luce nei nostri cuori e un commosso grazie di figli.
15.08.18