Messa e universo

Messa e universo
Il Padre, nel suo amore, concede all’uomo di unirsi al suo figlio, in maniera particolare nel fare la messa. Anche la messa quotidiana.
Ogni preghiera cristiana, non si confina in colui che prega. Non può confinarsi in chi prega Gesù, e quindi nel Padre. Il sacerdote non si ferma dentro la sua messa, ma compie sempre un’azione cristica, cattolica, mondiale. Nella messa si “concentra” il mondo, in quanto esso per natura, è una continua grazia e dono di Dio, e quindi è ringraziamento a Dio con il suo semplice esistere. Il mondo ha “diritto” alla preghiera, nella messa.
Non soltanto il popolo cristiano ha diritto alla messa e non ne può essere privato, ma la stessa creazione abbisogna della preghiera.
Sottrarre la messa alla comunità cristiana, è qualche cosa che assomiglia a una lesa maestà. Già il radunarsi dei credenti per la cena, come scrive S. Paolo, è far chiesa e messa. L’attuale disciplina giuridica, che richiede un “ministro ordinato”, può esser confrontata e interpretata secondo il Vangelo o secondo le lettere degli apostoli.
Le comunità cristiane primitive avevano un anziano autorizzato dall’apostolo, a fare la cena del Signore. Gesù non ha creato i seminari, ma si è circondato di dodici uomini, che imparassero dalla vita e dalla parola di Gesù, a indirizzarsi al Padre. Gli apostoli “imponevano le mani”, per autorizzare a continuare l’opera di Gesù, non a seminaristi, ma a credenti.
20.07.18